Descrizione:
Uno dei Jazz bass Fender più riconoscibili al mondo è senza dubbio il celebre Jazz Bass nero del '72 di Geddy Lee, acquistato all’incirca nel 1977 in un negozio dell’usato di Kalamazoo, nel Michigan. Lee lo acquistò così com'è, senza astuccio originale, per $ 200.
Lee lo utilizzò per la prima volta per un paio di brani dell'album di straordinario successo Moving Pictures, dei Rush nel 1981. Nelle session per quell’album, usò il Jazz Bass per incidere “Vital Signs,” “Witch Hunt,” e due dei più incredibili e duraturi successi dei Rush, “Limelight” e “Tom Sawyer”, vere pietre miliari del rock classico (il basso è apparso anche nei video di “Limelight”e “Vital Signs”).
In seguito, Lee utilizzò il Jazz solo occasionalmente in diversi brani dei Rush per tutti gli anni '80 e nei primi anni '90. Tuttavia, al momento di incidere Counterparts, l'album del 1993, l’ingegnere del suono Kevin “the Caveman” Shirley insistette perché Lee tornasse al Jazz Bass nero invece di usare i bassi più moderni dell’epoca che Lee aveva sperimentato. Lee si innamorò e perse di nuovo la testa per il timbro del Jazz Bass; questa volta definitivamente: da allora è sempre stato il suo basso numero uno per tutti gli album e i tour dei Rush. Per Lee, rimane la pietra miliare da cui partire per giudicare qualsiasi altro tipo di basso.
L’amatissimo Jazz Bass di Lee presenta ora il suo terzo manico, realizzato nel Fender Custom Shop, con filettatura bianca e intarsi in madreperla (invece del nero originale), e meccaniche, boccole e abbassacorde originali. Quando il manico è stato sostituito, Lee ha optato per una finitura a olio sul retro (invece che in poliuretano) in quanto è più liscia e veloce (e in effetti tutti i bassi che usa in tour sono ormai rifiniti in questo modo).
Ora, per creare il Limited Edition Geddy Lee Jazz Bass, il Custom Shop ha meticolosamente riprodotto ogni singolo dettaglio della forma del manico, del cablaggio, dei pickup e altro ancora, compresa l’usura dovuta a quasi 35 anni di tour.
Lee lo utilizzò per la prima volta per un paio di brani dell'album di straordinario successo Moving Pictures, dei Rush nel 1981. Nelle session per quell’album, usò il Jazz Bass per incidere “Vital Signs,” “Witch Hunt,” e due dei più incredibili e duraturi successi dei Rush, “Limelight” e “Tom Sawyer”, vere pietre miliari del rock classico (il basso è apparso anche nei video di “Limelight”e “Vital Signs”).
In seguito, Lee utilizzò il Jazz solo occasionalmente in diversi brani dei Rush per tutti gli anni '80 e nei primi anni '90. Tuttavia, al momento di incidere Counterparts, l'album del 1993, l’ingegnere del suono Kevin “the Caveman” Shirley insistette perché Lee tornasse al Jazz Bass nero invece di usare i bassi più moderni dell’epoca che Lee aveva sperimentato. Lee si innamorò e perse di nuovo la testa per il timbro del Jazz Bass; questa volta definitivamente: da allora è sempre stato il suo basso numero uno per tutti gli album e i tour dei Rush. Per Lee, rimane la pietra miliare da cui partire per giudicare qualsiasi altro tipo di basso.
L’amatissimo Jazz Bass di Lee presenta ora il suo terzo manico, realizzato nel Fender Custom Shop, con filettatura bianca e intarsi in madreperla (invece del nero originale), e meccaniche, boccole e abbassacorde originali. Quando il manico è stato sostituito, Lee ha optato per una finitura a olio sul retro (invece che in poliuretano) in quanto è più liscia e veloce (e in effetti tutti i bassi che usa in tour sono ormai rifiniti in questo modo).
Ora, per creare il Limited Edition Geddy Lee Jazz Bass, il Custom Shop ha meticolosamente riprodotto ogni singolo dettaglio della forma del manico, del cablaggio, dei pickup e altro ancora, compresa l’usura dovuta a quasi 35 anni di tour.